Manager coach

Marzo 19, 20200
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Manager Coach: come rendere felici Team e Azienda.

Ancora non sapevo che sarei diventata una Manager Coach quando nel 2013 fui incaricata di gestire il mio primo team. Ero una semplice Manager con solo il mio bagaglio da Manager.

In seguito, parallelamente alla mia carriera, ho frequentato il corso di coaching fino a certificarmi Coach Professionista. Quel corso o, meglio, quel percorso ha cambiato profondamente il modo di pormi nei confronti di me stessa e degli altri e così anche il mio agire come Manager ha iniziato a modificarsi naturalmente. Mi trasformavo sempre di più in una Manager Coach.

La mia cassetta degli attrezzi si è andata via via arricchendo di tante altre competenze relative anche alla gestione dei team trasformando progressivamente, ma radicalmente, il modo in cui mi prendevo cura delle mie persone.

 

Manager Coach vs Manager tradizionale

 

Il manager tradizionale

Il manager tradizionale ha spesso la tendenza a mettere se stesso al centro di problemi e soluzioni. Diciamo la verità: la propensione ad accentrare oneri e onori è una caratteristica piuttosto diffusa.

La difficoltà a delegare e la tendenza al controllo dell’operato delle risorse ha tre grossi inconvenienti:

  • costituisce un collo di bottiglia (anche il manager può ammalarsi o non essere operativo e allora che si fa?);
  • crea un clima di frustrazione e/o competizione nel team che non è quasi mai sinonimo di produttività;
  • il Manager non cresce, perché rimane legato alle attività che segue e non delega.

Se questa modalità di essere Manager ha tenuto botta fino a qualche mese fa, prima del Covid 19, con la necessità improvvisa (spesso subita dalla classe dirigente) dello smartworking i nodi sono venuti al pettine e spessissimo sia i team sia i manager si sono trovati impreparati a lavorare in modo diverso.

Il controllo era sempre meno esercitabile da una parte, l’autonomia non era stata acquisita dall’altra, con tutte le ricadute sugli aspetti organizzativi.

 

Il Manager Coach: a ognuno il suo ruolo.

Il Manager Coach ha un’approccio completamente diverso. Non dimentica le responsabilità nei confronti dell’Azienda, ma raggiunge gli obiettivi in modo più lungimirante e favorevole al benessere di tutti gli attori coinvolti.

Se da una parte può sembrare che faccia un passo indietro rispetto all’autorità tipica del ruolo che ricopre, compie invece un passo avanti in termini di autorevolezza e di visione complessiva dei problemi e delle risorse.

Volendo usare una metafora musicale, molto spesso il manager tradizionale si affanna a suonare contemporaneamente quanti più strumenti riesce, lasciando al team i triangoli o i bastoncini.

Il Manager Coach invece assegna gli strumenti e dirige, con fiducia e consapevolezza ottenendo un risultato molto più armonico che si traduce in maggiore produttività per l’azienda.

 

Così come in un orchestra, ogni suo componente contribuisce al risultato finale con il proprio strumento e il proprio talento, in un’orchestra solo un grande Direttore riesce a creare armonia, trasformando il talento di ogni componente in un’unica grande sinfonia, convertendo i singoli musicisti in un’orchestra magistrale.

La mia esperienza come Manager Coach raccontata dal mio team

Questo è quello che i singoli musicisti si sono portati a casa, dopo 2 anni di concerti suonati insieme:

Cinzia Manuto (senior planner)

  1. Rispetto alle precedenti esperienze di capi, qual è stata la più grande differenza nell’avere come capo un Manager Coach?

Credo che la principale differenza sia stata l’attenzione che è stata posta sulle potenzialità e sulle competenze individuali in vista di un benessere organizzativo aziendale piuttosto che direttamente su tale benessere, cercando di coinvolgere le persone e puntando anche sulle caratteristiche del singolo.

L’utilizzo di metodologie alternative, dal public speaking  all’imparare a “dire no”, hanno contribuito a rendere la formazione più articolata.

Un manager coach percepisce i problemi come delle “opportunità”.

  1. Su quali basi il Manager Coach ha fondato la relazione con le sue persone, e con te in particolare?

Principalmente sul rapporto di fiducia, sulla delega, sul supporto, sul saper trovare comunque il lato positivo del problema. Mi ha spronato costantemente ma con gradualità a superare i miei limiti e raggiungere una sempre maggiore autonomia.

  1. In che modo aver avuto un Manager Coach ha cambiato la tua consapevolezza e il tuo modo di lavorare?

Ho acquisito maggior fiducia e maggior consapevolezza nelle mie capacità e  anche nei miei limiti  vederndoli come ostacoli affrontabili e superabili.

La conoscenza della realtà in primo luogo, per poterla migliorare, per potersi spingere un po’ più in là, cercando di uscire dalla propria zona di comfort, così tanto rassicurante, scontrandosi spesso con le proprie paure e le proprie resistenze personali.

La resistenza al cambiamento può essere fonte di ansia e quindi serve procedere a piccoli passi.

Cercare di risolvere anche l’imprevisto senza farsi prendere troppo dal panico, in maniera positiva.  Accettare le cose nuove come una sfida.

  1. Quali cose hai iniziato a fare di diverso?

Ho cercato di superare una delle mie più grandi ansie: il parlare in pubblico. Esporre argomenti per me nuovi, davanti una platea seppur piccola mi bloccava.

Diciamo che oggi, lo smart working e il confronto non diretto, attraverso un monitor, durante alcune riunioni, sta agevolando questo processo rendendo più semplice il superamento della mia paura.

  1. Se dovessi esprimere cosa ha voluto dire aver lavorato con un Manager Coach con solo tre parole chiave, quali parole ti vengono in mente?

Al momento me ne vengono in mente 5: ascolto, confronto, stimolo, supporto, entusiasmo.

  1. C’è un episodio di successo, in questa esperienza, che vuoi condividere con noi?

Non c’è un episodio in particolare, ci sono tanti piccoli episodi di successo che mi hanno portato a superare delle piccole sfide e che oggi mi stanno aiutando a superarne altre, un passo alla volta, senza fretta.

 

Lia Krivacek (junior planner)

  • Rispetto alle precedenti esperienze di capi, qual è stata la più grande differenza di avere come capo un Manager Coach?

Grande attenzione alla persona, alle sue abilità, affidando un mix di incarichi in cui eccelle e altri in cui sforzarsi per riuscire, totale assunzione di responsabilità e difesa verso l’esterno

  • Su cosa il Manager Coach ha fondato la relazione con le sue persone, e con te in particolare?

Disponibilità (poco tempo, ma atteggiamento di grande ascolto), continuando a rassicurare sul risultato e sulle possibilità di riuscita, facendo crescere in ognuna la fiducia in se stessa.

  • C’è un episodio di successo, in questa esperienza, che vuoi condividere con noi?

Si era resa necessaria l’introduzione in ambito redazionale di un nuovo tool (web PZ) per la creazione degli ordini.  Dopo un inizio pieno di ostilità e scetticismo, ho visto come attraverso la disponibilità e l’assistenza fornita, l’atteggiamento di tutti cambiava progressivamente e parallelamente miglioravano le relazioni umane.

 

Angela Fermi (amministrativa)

  • Rispetto alle precedenti esperienze di capi, qual è stata la più grande differenza di avere come capo un Manager Coach?

Rispetto alle precedenti esperienze  legate all’avvicendamento di diversi capi durante la mia carriera lavorativa, la differenza a mio avviso più evidente è che i precedenti, pur essendo stati moto capaci professionalmente e competenti, avevano un approccio formalmente gentile nei miei confronti e con le persone che hanno diretto, ma di fondo si limitavano ad impartire compiti e mansioni da svolgere al mero scopo di soddisfare il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Nessuno ha mai però tenuto conto delle attitudini personali, di sviluppo e di potenziamento delle abilità di ciascuno di noi.

Il Manager Coach che ho sperimentato recentemente, ha saputo cogliere il lato umano e caratteriale delle “sue” persone entrando in contatto con ognuna di noi a livello individuale e attraverso dei giochi di squadra, motivandoci e spronandoci a superare i nostri limiti e schemi mentali legati alle nostre esperienze passate.

  • Su cosa il Manager Coach ha fondato la relazione con le sue persone, e con te in particolare?

Il “mio” Manager Coach ha innanzitutto impostato una relazione di fiducia con le persone del suo gruppo di lavoro. Più di una volta si è messo al mio fianco nei momenti critici e di tensione da stress lavorativo, rafforzando le mie competenze ed incoraggiandomi a superare le difficoltà anche coinvolgendo le colleghe attraverso attività trasversali.

  • In che modo aver avuto un Manager Coach ha cambiato la tua consapevolezza e il tuo modo di lavorare?

Ho sicuramente rafforzato la mia autostima e mi sono sentita supportata sia a livello formativo e professionale sia a livello umano. Si è instaurata una sorta di empatia che mi guidava verso il cambiamento che l’azienda richiedeva, facendo sì che passando poi ad un altro team, non mi sia sentita scartata o rifiutata, ma al contrario apprezzata per le nuove competenze acquisite.

  • Quali cose hai iniziato a fare di diverso?

Beh, ho acquisito maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie, imparato a convocare riunioni, a pianificare e organizzare, dove possibile, le attività da svolgere, per evitare di andare troppo in affanno, salvo imprevisti…

Sto cercando tuttora di imparare anche ad ascoltare, ad accettare critiche od osservazioni senza sentirmi “offesa”, memore degli incontri formativi di squadra che mensilmente svolgevamo.

  • Se dovessi esprimere cosa ha voluto dire aver lavorato con un Manager Coach con solo tre parole chiave, quali parole sceglieresti?

Motivatore, competente, umano

  • C’è un episodio di successo, in questa esperienza, che vuoi condividere con noi?

Non mi viene in mente, un episodio in particolare, se non la grande soddisfazione che ho provato in occasione della prima riunione con i nostri “utenti/richiedenti/interlocutori” da una parte e con la mia nuova capa e colleghe della nuova squadra. Lo scopo era quello di impostare le attività di fine anno ma anche quello di cogliere eventuali “criticità” della gestione da noi fino a quel momento condotta. Per la prima volta mi sono sentita a mio agio, percependo la stima da parte di tutti (e questo mi ha dato forza e stimolo) e ho visto apprezzare e riconoscere da parte degli utenti il grande lavoro svolto per agevolare e snellire le procedure che il Manager Coach aveva apportato, smussando via via le forti resistenze iniziali al cambiamento manifestate da buona parte di loro.

Manager Coach: conclusioni

Questo articolo sul valore aggiunto che un Manager Coach può portare in azienda non intendeva essere auto celebrativo. I risultati e le soddisfazioni che ho raccolto hanno stupito anche me. Ho visto quanto il cambio di mentalità da Manager Tradizionale a Manager Coach possa essere positivo per il raggiungimento degli obiettivi dell’azienda,  favorendo il benessere e la soddisfazione di tutte le persone coinvolte: Manager in testa.

Quando si scopre qualcosa di così grande non si può tenerlo per sé.

E’ un dovere condividerlo per diffondere benessere e produttività.

 


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