L’era del digitale

Marzo 23, 20200
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Cos’ha di strano la scrivania dell’immagine che vedete?

…. non ha carta sulla scrivania.

Oggi siamo stati costretti, gioco forza, a passare dal lavorare in ufficio, con i nostri faldoni a disposizione o con la pila di carta stampata di fianco alla nostra scrivania, allo smart working, senza più la possibilità di stampare o di recuperare in maniera tradizionale le informazioni, con tutti i problemi che questo ha comportato.

Perché lo smart working funzioni sul serio è necessaria la digitalizzazione dei processi interni.

Cosa vuol dire digitalizzazione dei processi? Vuol dire:

  • passare dallo scambio di mail all’inserimento di dati nei sistemi;
  • ripensare in chiave digitale, al nostro modo di lavorare, attraverso l’utilizzo di piattaforme;
  • far fare ai sistemi i ragionamenti che possono essere proceduralizzati (es. se > 100 allora OK, se <= 100  allora KO);
  • far dialogare i sistemi. Inserisco i dati una volta sola e questi vengono messi a disposizione di tutti gli altri sistemi, così da non doverli inserire più volte;
  • poter accedere in qualsiasi momento ai dati che mi servono, poterli elaborare, fare statistica.

Qual è la figura che aiuta l’Azienda a trasformare i processi in chiave Digitale? Il Business Analyst.

Nel corso degli ultimi 10 anni ho trasformato in digitale tutti i processi che mi sono stati affidati. Come Business Analyst mi sono occupata di raccogliere i requisiti del Business, sia quelli palesi che quelli sommersi. In questo, il mio essere coach mi ha aiutato tantissimo. Non dando mai per scontato le cose e andando sempre in esplorazione.

Spesso il Business non sa cosa vuole di preciso, perché è focalizzato su una soluzione che è speculare a quella attuale. Il mio ruolo è sempre stato quello di far fare il salto e portare il Business verso soluzioni di processo molto più efficaci, in chiave TO BE.

Se fai uno sforzo per cambiare, cambia con un occhio al futuro.

In questi anni, non solo ho raccolto requisiti, ma ho aiutato il Business a pensare in grande, a pensare a soluzioni  nuove, a chiedere quello che non pensavano possibile ma che solo una piattaforma è in grado di dare. Ho formato persone, ho gestito il cambiamento.

La mia più grande soddisfazione?

Sapere che le persone non sarebbero più state disposte a tornare indietro.


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